Il prezzo di Petrolio registra una grande volatilità dopo il lunedì forti guadagnidata la possibilità che il Unione Europea decidere di limitare importazioni di petrolio greggio da Russia. La canna del Brent è arrivata a toccare il 120 dollariè successivamente sceso e ora sta rimbalzando leggermente sopra i 116$.
In questo senso, non c’è consenso all’interno del blocco comunitario per vietare completamente il petrolio russo. Diversi paesi come Irlanda e Lettonia chiedono che vengano applicate restrizioni a queste importazioni, ma ad altri paesi, come Ungheriahanno già indicato che porranno il veto a qualsiasi tipo di divieto.
I ministri degli Affari europei dell’UE preparano questo martedì a Bruxelles il vertice dei Ventisette giovedì e venerdìin cui verranno discusse eventuali misure aggiuntive ridurre la dipendenza energetica di Moscanonché azioni concrete a limitare i prezzi dell’energiala cui ascesa è stata intensificata dalla guerra in Ucraina.
Chris Iggo, chief investment officer di AXA IM, sottolinea che “oltre all’incertezza che circonda la guerra, la preoccupazione maggiore resta l’inflazione“, perché “c’è una possibilità che a marzo c’è un forte aumento dopo l’aumento dei prezzi mondiali del petrolio causato dall’invasione”.
SCENARI NEGATIVI PER I MERCATI
Di fronte a questa situazione, Iggo propone due scenari. Nella prima, l’inflazione negli Stati Uniti spara fino al 10% anno dopo anno, anche se questo sarebbe “sorprendente” in quanto richiederebbe il l’aumento mensile dell’IPC è del 2,6% e “questo sarebbe il più grande aumento mensile dell’indice dal 1947”.
Ma questo esperto aggiunge che “a Tasso del 9%. anno su anno richiederebbe il quarto aumento mensile più grande da allora.
E aggiunge che “i prezzi della benzina negli Stati Uniti sono aumentati del 21% a marzo e hanno un peso nel CPI di poco superiore al 3,7%che da solo potrebbe contribuire fino a 0,78% di variazione mensile. Ma, sebbene anche molte altre cose debbano aumentare in modo significativo, è possibile“.