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Procter e gioco d’azzardo, il produttore di Always, Dash e Dreft, sta risentendo degli effetti di prezzi più alti e di un dollaro più forte. I profitti sono in calo e la domanda è in calo, anche se il colosso dei prodotti di consumo continua a performare al di sopra delle aspettative.
4 miliardi di costi aggiuntivi
Procter & Gamble sta resistendo meglio del previsto nell’attuale difficile contesto. Il produttore di Ariel, Gillette e Pampers, tra gli altri, ha visto le sue vendite crescere leggermente dell’1% a 20,6 miliardi di dollari (circa 21 miliardi di euro) nel trimestre appena concluso, più di quanto gli analisti avessero osato sperare. Sebbene la gestione dei prezzi e delle operazioni sia attualmente molto difficile, la crescita organica rimarrebbe “solida”, secondo il CEO Jon Moeller.
L’aumento dei costi delle materie prime ha ancora portato P&G ad aumentare i prezzi del 9%, riducendo il volume delle vendite del 3%. I consumatori stanno diventando un po’ scoraggiati dai prezzi sempre crescenti. Le catene di supermercati hanno già rivelato che le persone stanno optando maggiormente per le private label più economiche. Inoltre, la forza del dollaro nei confronti dell’euro e della sterlina è costata a P&G il 6% del suo fatturato. Di conseguenza, l’utile netto è sceso del 4% a 3,9 miliardi di dollari (4 miliardi di dollari).
Per l’intero anno 2023, che si concluderà alla fine di giugno, P&G sta ora abbassando le sue previsioni. Mentre inizialmente si prevedeva che la crescita dei ricavi fosse di circa il 2%, il gruppo ora prevede un calo delle vendite compreso tra l’1% e il 3%. I soli effetti valutari costerebbero al gruppo circa 1,3 miliardi di dollari, mentre i costi di trasporto aumenterebbero di 200 milioni di dollari e i costi delle materie prime di ben 2,4 miliardi di dollari.
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