Facebook e Instagram non sono più disponibili in Russia. Come previsto, lunedì un tribunale di Mosca ha definito “estremista” Obbiettivola società madre che possiede entrambi social mediaa cui è vietato avere filiali e svolgere attività commerciali nel proprio territorio.
Il parere firmato oggi non estende tale divieto a WhatsApp, anch’essa di proprietà di Meta, considerando che si tratta di un’applicazione di messaggistica utilizzata per la comunicazione tra cittadini e non per la pubblicazione di informazioni. La decisione giudiziaria non riguarderà i cittadini che li hanno utilizzati piattaforme. “L’uso dei prodotti Meta da parte di persone fisiche e giuridiche non deve essere considerato come partecipazione ad attività estremiste”, ha affermato un portavoce della Procura.
Già l’11 marzo la Procura russa aveva chiesto il divieto definitivo di Facebook e Instagram in territorio russo dopo aver appreso che la società avrebbe consentito -temporaneamente e in nove paesi- la pubblicazione di commenti di odiare contro le truppe russe nel contesto della guerra in Ucrainacosì come gli elogi del gruppo paramilitare neonazista Battaglione Azov.
Entrambe le piattaforme digitali erano già bloccate nel Paese da più di una settimana, ma la decisione del tribunale di lunedì ne certifica definitivamente il divieto. Il suo verdetto è entrato in vigore immediatamente, il che significa che i cittadini russi non hanno più accesso a Facebook e Instagram. Il primo è stato bloccato il 4 marzo dopo aver appreso che la piattaforma stava chiudendo l’accesso ai media dal Cremlino come RT o Sputnik, mentre il secondo era l’11°.
repressione digitale
Tuttavia, il governo di Vladimir Putin aumentando così la sua censura digitale in Russia. Questo venerdì, una fonte del governo ha detto all’agenzia russa RIA Novosti che anche loro si stanno preparando a vietare Youtube, che potrebbe aver luogo questa settimana. Mosca ha anche accelerato la repressione di Internet vietando il download delle VPN, reti private con cui i cittadini potrebbero aggirare la censura per connettersi ai social network e alle pagine web vietate.