Il petrolio lascia l’1% questo venerdì. Il barile Brent è quotato a 92,13 dollari e il Wti a 90,82 euro. Questo dopo la marcatura il massimo degli ultimi sette anni lunedì e registrando un rivolo discendente per tutta la settimana, fortemente condizionato dall’evoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina e dalla notizia di un accordo nucleare con l’Iran.
I forti rialzi di inizio settimana sono stati motivati dalle notizie che indicavano un peggioramento del conflitto Russia-Ucraina e un aumento delle truppe al confine con la Russia. Anche gli avvertimenti degli Stati Uniti che un attacco potrebbe essere imminente hanno messo sotto pressione i prezzi.
Tuttavia, l’annuncio di Mosca del ritiro delle truppe (cosa negata da NATO e USA) e la notizia di questo venerdì, secondo cui Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, e Antony Blinken, segretario di Stato americano, si incontrerà la prossima settimana, riflettere che la via diplomatica non è ancora esaurita e rilassare i prezzi.
Il Accordo nucleare iraniano è un altro elemento che sta condizionando l’evoluzione del greggio. Lo hanno affermato le autorità iraniane essere più vicini che mai a un accordo con le potenze mondiali dopo settimane di lavoro. Il progetto di accordo delinea una sequenza di passaggi che porterebbe alla concessione di esenzioni alle sanzioni petrolifere. Quella restituirebbe al mercato circa 1 milione di barili di petrolio al giornoanche se il calendario non è chiaro.
“Il mercato è in ‘modalità swing’ in quanto pesa sul prezzo le forze geopolitiche opposte. Nel breve termine, il mercato rimane altamente sensibile ai titoli di Russia e Ucraina, con qualsiasi segno di escalation che funge da vento in poppa. D’altro canto, qualsiasi progresso verso un accordo con l’Iran potrebbe spingere i prezzi nella direzione opposta“afferma Victoria Scholar, chief investment officer di Interactive Investor.
“È probabile che la pressione al ribasso sul greggio dalla prospettiva di un accordo (con l’Iran) rimanga… a meno che le parti non mettano fine all’ultimo round di colloqui ancora in stallo”, aggiunge Vandana Hari. , fondatrice del fornitore di analisi del mercato petrolifero Vanda Insights.